Archivi del giorno: 20 aprile 2012

Giardino d’inverno

Giardino d’Inverno

 

 

Ma insomma questa fretta

or che non sono più di fretta

a che vale tutta questa fretta

mi accosto volentieri ad essa

per veder cosa trascina nella fretta

viver più di corsa il giorno

o fretta aver mentre notte sogna.

Certo che di fretta vuoi mostrina

a far tutto di fretta un lesto fatto

ottenere senza alcun fatica

a partorire come oggi suole

un con tanta fretta pur di dar luce

con la lucente  lama,al taglio svelta.

Preoccuparsi ancora a correre veloce

a prendere mezzi a locomozione

affronto fare a ripidi pendii

pur di raggiungere tanta fretta in cima o a valle

negando agli occhi tuoi

fin l’orizzonte linea di luce che ti abbaglia.

Ma si lo voglio subito è più bello

volere da toccare e da mangiare

prendere sentire per la pelle

quel che era tenero anche

se or non sembra proprio quello.

Lasciarti vivere a capriccio

per bizzarrie d’altro  o d’altra

come si fatto pupo a solo stoffa

lasciarti sbattere su un giù sù

d’affanno duraturo

per sentirti invadere, tu dentro,

le labbra di quel calor speciale

che fa felice vita e ne produce ancor.

So quanto sia bello e quanto lesto

timoroso e in fretta l’adagio sulle labbra

un volerle amare tutte in fretta

un agitarle tutte un dentro un fuori

tutto di fretta cogliere raccogliere

senza che solo attimo  anche se in fretta

andasse poi perduto non so dove.

E poi sempre di fretta abito buttato

calpestato e sparso per il piano

e scarpe che non si trovan più

per fretta d’un dover far con tanta fretta.

Amanti amarsi si  come tagliati al tempo

nella fretta tutto presto

presto la sul tavolino o in ogni luogo

come un ragazzino che ha fretta

d’andarsene a vedere con gli amici

scambiarsene  la birra e le risate

al posto d’andar dimora con il sesso

al posto a sentirlo con la testa

o sentirselo cavalcar a pelo nudo

come di groppa di cavallo in corsa

ma anche di fretta.

Sentirsene suo gusto caramello.

Oh dolce oh mia cara fretta

oggi ti vedo  come vecchia stella

non ti amo, non voglio amarti in fretta

oggi son uno che malgrado svelto

cerco  quella che di contra e della fretta.

Cerco,mi piace andare non più di fretta

ma con calma fare a godere

di quel che rimane in vita

non più a scaramanzia nuotar di fretta

prima che non si può più

e l’epitaffio a mandare giù,

ma piano prenderti per mano

e carezzarti e baciarti ovunque

ma con calma

voglio gustarmi  tutto quanto perso

o trattato male, a giustificare fretta.

Capisco quella sveltezza ch’è desio

capisco che bisogna fare in fretta

pel mancato tempo che ci aspetta

ma non lasciamo tutto alla deriva in fretta

cerchiamo di vivere per come s’usa dire

con costumanza fatta di convento.

Non so , or spinto da cotanta fretta

quanto possano essere comprese

verità parole o pressa a poco;

Io starò fin che posso

qui al tuo fianco amato

dolente alla mia sorte io prostrato

sul  mio lo stallo, tuo considerato,

a raccogliere parole e desideri

per poi mischiarle con alchimia locale

a far divenire gente confidente  e mia

parlar di qualsivoglia oggetto

senza che fretta più insegua altro

a dimostrazione  di quanto

bello goder con calma sia.

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Rigetti

Rigetti

 

Rigetti di fiuti

di odori  a natura verde

quando colpito albero getta

ancora nuovi germogli.

Al piede

a mille forza a correre nel sogno

raggiungere di corsa

impatto a getto

di tronco legato a braccia.

Getto nuovo

su antichi  sostegni il corpo

che cerca ancora impiego,

di dare ancora

linfa d’amore,

vedersi attorno getti di nuovo,

attorniato di verde nell’ antico corpo

dimentico di passati tempi.

Ma tu grande fusto

ornato  di edere  rampicanti

di liane appigli e getti a fiocchi

ove natura alloggia

or grande o piccola specie

te scavalca o oltrepassa

non vedi  tu più l’ape che tu cerchi e

chiedi a te perché

il pungiglion non mostra.

Allor che viene vento

tu albero gigante

grande chioma fronda smossa

come di capelli ninfa

tu vedi sol squarcio

di blu del cielo

oltre tra il fitto bosco:vedi

svolazzare la regina e l’operaie

a cercar nuove fronde il verde e il fior,

lasciato, il tuo guardo, e, là, tua illusione

del vecchio com’è or

che si  presta,volentieri, al giuoco

sol come di canuto e infante

tenendosi per sè tutto quel caldo,

celando nella forza quell’istinto,

a supporto dare,ancora, per amore

sua linfa e umor.

 

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Finanza Economia Politica

“Cos’è lo svaligiare una banca rispetto al fondarne una?”. Con questo aforisma Bertolt Brecht intendeva affermare che gli strozzini del sistema bancario sono dei criminali ben più pericolosi dei malfattori che rapinano una banca.

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