Archivi del mese: luglio 2012

Fermati

Fermati,

non infliggermi pene a solitudo regno,

vieni alla pastura verde

ove ancor insieme

fa piacer passarsi al lato,

e al quanto si può dallo star legati:

e per le braccia e il senno

e per la bocca labbra

e quanto sia amor che tutto stringe

e, per cotanto,

anco, parola ferma, 

quando data a disperdersi col vento,

nell’atto a dire: quant’io ti voglio bene.

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Sete di sete

Sete di sete

da raccogliere a colori

vivaci o pastelli,il gusto,

vive o spente

per averle tempo fa

dipinte fabbricante,

e contorte di fili

sottili e intrecci

e poi naturali verdi

come di foglie a coprire

corpi nudi, pronti,

a tastare amore , sconnesso,

confuso entusiasmo,

in mezzo a fronde di capelli

a rosee gote,godere,

anch’essi.. ma pur sempre belli,

capiti e compresi,

o bianchi o nuovi;

pensieri che tengono

la mente alta

e il corpo giovane

a vogliarlo di sudore dolce

e amplessi con calma gustare

e amore prestarsi con baci piano,

piano;

infilarsi dentro tra pieghe

a confidenza d’amare,

ancora bene amore;

sentire con calma calore,e,

vero amore:

che strade non aprono

a chiunque ma a quei che sentono,

a quei che vedono nel buio

a muoversi in scuro

come ai raggi al giorno dati,

per esperienze avute.

Placare ancora sete

quando al tocco tese mie le mani

al tatto sete.

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Baciotti

Baciotti

 

 

 

Non so se,

non so,forse, d’amore spinto

al largo grande

a mostrare debolezze concorse

d’avere rapito o esserlo stato

nella notte al sogno

o all’aia in pieno

sole al caldo estivo

quando tua veste bianca noi facea tappeto

mentre mi innamoravo

del tuo odore

quale profumo invero

di fiori sconosciuti,

quando stringevoti la mano

ed il tuo seno,

volerlo aspro al sollecito

per poi dopo

destare in me fantastiche

occasioni uniche,  come,

di dolci lavori di cucina

spannati al gusto di cute

appena in fiore.

Ora non più quel tempo,

gli occhi oggi

incrocian le parole e sguardi

che significato danno a tale gente

d’esser vissuta col piacere in gola,

d’avere profittato insieme degli stralci

del tempo dati per la dolce vita.

M’anche se tempo perso rimirare

mi vien la voglia ancora  a dimandare

cosa mi necessita ancora a voler fare:

Vorrei gustar ancora tue papille

perché ricordo ancora del sapore

che me lasciavi dentro bocca mia

quando m’avvicendavi bocca tua

non più parole ma veri caldi baci

segni d’amor.

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Relazione

Relazione

 

 

 

Sorda tempesta

inghiotte voci

come d’inferno stalli,

lamentevoli parvenze,

vogliono ancor cantare

come spensierate anime;

quando a cercar l’illusione

del giusto esistere,

dimentichi,

ridono e scherzano

danzano folletti,

vedono vicino, come se stessi:

bello,fascinoso,sano,e,

senza alcun difetto.

Un navigare in lotta

in fra quel che desto e il sogno.

Ma quando volge al giorno mattutino

e lascia la persona il sonno e il sogno

al primo impatto nel riflesso specchio

ecco come ti appari e come sei.

Tradito  allor  ti vedi dal destino

quando Padrona  tua

ti stringe cuore:

grondante lacrima

arsa senza amore.

 

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Briglie

Briglie

Ora al pasto

vedo l’alma mia

dal dolce senso suo

ch’or sempre più spesso

tiene sveglio il mio

ed io lasciarmi al digiunar com’esule

quando di sfratta patria va vagando

e al nutrirsi anco fa rinuncia

al pensier di quanto perso egl’abbia

in sua esistenza;

quando diafane ombre

all’occultazione prodighe

si lasciano cullare da

sinfoniche musiche

di faune danze,

di dolci parole e calorose grida;

quand’essa mia,

vuol restar socchiusa

al pianto e al lembo in sogno,

celarsi a occhi suoi, vuole,

per non dolorar  ferita rinnovare

poi che di me non si conosce tratto,

a mancanza di rovistare il tempo

e forzalo per cambiar destino.

Ora al pasto sento anima mia

brucata or a morsi stimoli

come quella di montagna

che nutre fiera e poi ricresce;

or tuo morso mi stimola

la gota e labbro

non sento più il suo

dolce respirar di fata

per nostro respiro fuso

entro il petto, quando

di bocca assaggia l’altra bocca,

quando a valle tr’altre sponde

il navigar me dolce

con mia ninfa;

quand’essa me consuma

il cuore a pasto.

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